domenica 14 novembre 2010

UN GIORNO DEL CAZZO

I giorni tristi non c’è nessuno nelle strade. Neanche un’alma. Non c’è moto. Non ci sono veicoli transitando. Il vento non muove una foglia. Non si ascolta un suono. L’aria è pesante. La luce, buia. La morte parere a fianco, e le città, già morte. Mette paura. Mi affaccio alla finestra e vedo solo gente triste passeggiando dei cani tristi, forse contagiati dalla tristezza dei loro padroni. Nè un predatore. Nè una prostituta. Nè un forestiero disorientato. Nè un semplice vagabondo in transito. Niente di niente. Così sono i giorni tristi… E che facciamo ora con il bambino que tutti portiamo all’interno, che piange deluso sconsolantemente? Dimi, brutta bestia! Che facciamo ora con lui! Dimi, Abu Dhabi, che facciamo!

2 commenti:

  1. A mi todavia me duele como palmamos el mundial, leches...

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  2. Y que lo digas, Javier. Fíjate cómo será, que me he pasado toda la semana sin ver la televisión, sin escuchar la radio y sin abrir los peródicos. ¡De luto riguroso, vaya! A mí me ha matado. Se acabó el deporte para los restos.

    Gracias, Javier, por ser el primero que comenta en este blog. Y muy particularmente por hacerlo en castellano. Dios te lo pague.

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